La kora è uno strumento a corde dalla lunga tradizione. Cugino del liuto, ma dal suono simile all’arpa.

Le storie circa le sue origini ci portano a tempi passati lontanissimi, nei quali l’Africa era suddivisa in regni e tribù che nulla avevano a che fare con le colonizzazioni occidentali. Tempi in cui non esistevano televisioni e altri mezzi di comunicazione, ma esistevano i poeti. Essi avevano un ruolo sociale molto importante e che imparavano il mestiere dai propri genitori e dai propri avi. Essi venivano chiamati “Griot”.

Breve storia della kora

In questo ancestrale contesto si inserisce la kora, secondo alcuni storici proveniente dal Regno del Mali e per altri dal Gambia. Quello che si sa è che questo strumento si diffuse pian piano in gran parte dell’Africa Occidentale (dal Senegal al Burkina Faso) come principale compagno proprio dei griot.

Svolgeva, dunque, un ruolo simile alla lira nel mondo greco/romano e alla chitarra dei cantautori italiani: accompagnava le loro storie.

Come è fatto lo strumento

La kora si ricava da un tipo particolare di zucca (la Lagenaria siceraria, conosciuta anche come zucca da vino), che viene svuotata e utilizzata come cassa di risonanza. A essa si fissa un lungo manico e un ponticello, che servono al supporto di 21 corde. Lo strumento si suona pizzicando le corde con le dita e consente di suonare contemporaneamente accompagnamento e assoli o melodie.

Il Gambia e Sona Jobarteh

Il Gambia, con una popolazione inferiore ai 2 milioni, è lo stato più piccolo dell’Africa. È circondato su tre lati dal Senegal e si sviluppa a cavallo del fiume Gambia e del suo delta ed è uno dei paesi dove è sopravvissuta la tradizione dei griot e dei suonatori di kora.

Sona Jobarteh, musicista gambiana cresciuta a Londra, è la prima suonatrice donna di kora. I griot sono infatti tradizionalmente uomini. Sona Jobarteh ha voluto dedicare un’omonima canzone al suo paese e ha curato la colonna sonora del documentario “Motherland” del 2010, incentrato sulla storia del continente dalle origini ad oggi.

Sebbene oggi i tempi siano cambiati e disponiamo di ogni tipo di tecnologia e mezzo di comunicazione per il nostro intrattenimento, è innegabile come sia immutato il nostro bisogno di musica e di storie. Esattamente ciò che i griot continuano a darci, attirando ascoltatori curiosi in un numero sempre maggiore.

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